PROPOSTA PER PONTE SISTO |
L'assurda vicenda di Ponte Sisto - da quando sono state rimosse le
pensiline in ferro aggiunte alla fine dell'Ottocento al manufatto, sostanzialmente
intatto del Quattrocento - si trascina ormai da una quindicina d'anni.
Due opposti e irriducibili schieramenti continuano a fronteggiarsi perpetuando
un'insopportabile situazione di paralisi (e di degrado). Da una parte,
stanno i «quattrocentisti» che propongono di completare il
recupero del ponte di Sisto IV con la ricostruzione delle spallette originarie
(facilissima per l'ampia documentazione che possediamo); dall'altra, ci
sono gli «ottocentisti» che, scandalizzati da tanta proposta,
sostengono la necessità di rifare le pensiline per rispettare la
storia ael monumento che fino ad esse era arrivata (e perché il
rifacimento delle spallette quattrocentesche rappresenterebbe un inconcepibile
falso).
Una decisione tra le due tesi è, obiettivamente, difficile, ma non è lecito procrastinarla ulteriormente nè è possibile prolungare a tempo indefinito la soluzione provvisoria adottata con la ringhierina sistemata nei mesi scorsi per consentire la riapertura del ponte al passaggio pedonale. Ma allora: perché non lasciar perdere ricostruzioni e falsi storici (in tutti e due i casi) e non optare per una terza scelta che aggiunga una fase nuova alla storia del ponte, dopo quella originaria e quella ottocentesca? Perché non preferire una soluzione dell'anno 2.000, da realizzare, con estrema semplicità - e con modestia - secondo i criteri, le tecniche e con il gusto, e i materiali odierni? Cercando di rispettare al massimo le strutture e le linee originali e di fare, comunque, una cosa meno pesante e deturpante di quello che fu tatto al tempo dei nostri nonni? |
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