Immagini in valore
Si terrà a Roma dal 25 ottobre 2012 al 7 dicembre 2012 una interessante mostra dal titolo “Homo sine pecunia est imago mortis” dedicata all’estro di una importante artista, Sonya Orfalian, che incentra la sua esibizione su un tema molto caro agli italiani: i soldi, la loro immagine e il loro valore nella società. Di fatto sembrerebbe trattarsi di una rassegna ambiziosa, dovendo focalizzare l’attenzione su uno dei fondamenti della nostra odierna modernità, ma parlarne attraverso video e raccontando la funzione e il valore dei soldi, anche nell’antichità, mediante immagini senza dubbio accattivanti, sarà la carta vincente per riuscire ad ammaliare il pubblico e per rendere indimenticabile la visita.
Perché in fondo è vero, lo dice anche il detto: i soldi non fanno la felicità!
I soldi non sono altro che pezzi arrotondati di metallo o forme rettangolari di carta colorata, ma averceli o meno fa davvero la differenza!
Già presso gli antichi l’idea del denaro era alla base del commercio e degli scambi tra persone e popoli ed era essenziale la realizzazione di monete in metalli preziosi, dall’oro all’argento fino al bronzo e alle leghe meno pregiate, diffuse quest’ultime in periodi di crisi, che potessero attestare la potenza e l’importanza di chi emetteva i nominali. E’ innegabile come anche le immagini che venivano effigiate sulle monete siano simbolicamente di inestimabile valore, soprattutto oggi, perché ci permettono di capire chi e in quale regione c’erano le disponibilità essenziali per coniare monete e esportarle in tutto il mondo.
Basti pensare alla famosa immagine della civetta ateniese nei coni greci, ancora oggi presente al dritto dell’euro ellenico, e diffusa nei traffici commerciali del Mediterraneo antico, all’interno dei quali non si rischiava di far scomparire questa moneta dal commercio. Ma anche il volto di Alessandro Magno, che non a caso viene replicato in più e più copie in tutto il mondo fino ad allora conosciuto, si trova inciso sulle monete di età ellenistica e rappresenta la grandezza del personaggio ma anche il simbolo dell’eccezionalità del suo regno che arrivava fino all’Indo.
E come non parlare della prua della nave nel denario romano, anch’esso simbolo che dimostrava la vastità e la potenza dello stato di Roma.
Ai giorni nostri il dollaro forse, prima della crisi economica, ha eguagliato in quanto a fama queste importanti valute antiche ma il problema di fondo è forse che oggi l’uomo dei giorni nostri è nulla senza il denaro. Ed è forse questo il messaggio, magari anche polemico, che vuole trasmettere la mostra in programma alla Galleria Whitecubealpigneto di Roma: è difficile non sentirsi un uomo privo di senso se non si ha il potere di poter fare ciò che si vuole nella propria vita. La questione è che il denaro sembra essere, in ogni epoca e in ogni ambito della storia umana, la componente aggiuntiva fondamentale per permettere il raggiungimento dei propri obiettivi predisposti.
Togliere le immagini alle monete, smembrandole, fa sì che esse perdano il loro significato simbolico e le riduce al valore intrinseco nudo e crudo del loro vile materiale.
Allora siamo noi che diamo potere al denaro e non il denaro che dà potere a noi!
Una esposizione davvero stimolante e avvincente che merita di essere ammirata e compresa a fondo.
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Lasciati tentare…Roma è una pioggia di monete d’oro!