Magazine luglio 1999
Trimestrale di informazione e di discussione culturale a cura dell'Archeoclub di Roma
Una ipotesi per il Foro Traiano
Le scoperte conseguenti alle ricerche e agli scavi condotti negli anni passati, a più riprese, sotto gli edifici che si trovano anord della Colonna Traiana (Palazzo Valentini, ecc.) hannoportato ad escludere - com'è noto - la possibilità , che in quella zona si trovasse il tempio del divo Traiano, come sempre ritenuto, a conclusione del monumentale complesso del Foro di quell'imperatore. Ne è derivata una nuova ipotesi: che il tempio si trovasse dalla parte opposta, al centro del lato meridionale del Foro e la verifica di questa ipotesi è stata posta tra gli scopi principali dello scavo che è da qualche mese in corso da quelle parti. Stando alle prime sommarie informazioni, pare che questo scavbo stia rivelando l'esistenza di un'area quadrangolare che potrebbe essere quella entro la quale andrebbe collocatoil tempio "sfrattato" dal lato settentrionale. C'è, naturalmente, d'andare avanti coi lavori che interessano tutto il versante del Foro traianeo e il suo rapporto con l'adiacente Foro di Augusto. Ma, al punto in cui quei lavori sono giunti, sembra già sorto un altro problema: quello della ubicazione del grande arco trionfale finora immaginato proprio al centro di quel lato meridionale che sta ormai cambiando la sua fisionomia. In ogni caso, pare proprio che quell'arco debba essere collocato altrove, giacchè della sua esistenza non è possibile dubitare. Ipotesi per ipotesi, perchè non pensare a un ribaltamento della situazione, cioè che l'arco stesse a nord della Colonna coclide, più o meno dove veniva ipotizzata la presenza del tempio, a fare da ingresso monumentale al complesso forense dalla parte del Campo Marzio? E' solo un'idea. Gli archeologi che stanno scavando al Foro Traiano e i loro consulenti l'avranno già avuta; ma, dato che finora non ne hanno fatto alcun cenno...tanto vle metterla per iscritto. Perchè un'altra cosa è certa: al di là delle biblioteche e del cortile della Colonna un qualche elemento di "conclusione" (o di "apertura") ci doveva pure essere. E anche di un certo "peso", se ad esso deve essere attribuita - come non si vede altrimenti - la gigantescacolonna di granitoche giace a terra, ai piedi della Colonna istoriata. A giudicare dalla nota raffigurazione monetale, l'arco (se così vogliamo continuare a chiamare una costruzione ben più complessa e articolata che di arco aveva solo il fornice di passaggio) doveva essere piuttosto imponente e quella colonna poteva benissimo averne fatto parte. Che poi il Foro di traiano s'aprisse sul Campo Marzio con una struttura così imponente e appariscente e che il suo ingresso da quella parte (assai più che da quella piuttosto "sacrificata" e ristretta nell'angusto spazio dietro il muro perimetrale del Foro di Augusto) fosse così enfaticamente sottolineato, sembra del tutto logico se si pensa a quella che fu la grande novità urbanistica rappresentata dal Foro di Traiano. Dopo lo smantellamento del "diaframma" costituito dalla sella tra il Campidoglio e il Quirinale, col suo Foro, Traiano aveva finalmente unito il Campo Marzio al resto della città ; aveva realizzato la"saldatura" diretta e immediata tra la città vecchia e quella nuova: l'arco segnava, al posto della eliminata barriera naturale, il "passaggio" da una parte all'altra; rappresentava la"cerniera" tra le due città (qualcosa del genere fu fatto poi da Adriano, ad Atene, con l'arco-porta che segnava il passaggio tra la città "sua" e quella di Teseo). L'unica difficoltà all'ipotesi prospettata - solo a fil di logica, beninteso - è costituita dall'iscrizione commemorativa dei lavori eseguiti, proprio in relazione allo smantellamento del "diaframma" naturale, incisa sul basamento della Colonna coclide: sempre per via di logica, essa avrebbe dovuto trovarsi, infatti, dalla parte opposta. ma si tratta di una difficoltà insormon tabile?