Porta S. Paolo

Al di là  del Tevere, dove il muro di Aureliano inglobò la piramide di Cestio, si apre Porta San Paolo. Nel primitivo vallo era la porta Ostiense. Anch'essa all'origine era a due fornici contornata da torrioni cilindrici.

Quello che si vede ora è un unico fornice rifoderato in pietra bianca e munito di due torrioni semicilindrici rafforzati alla base. I restauri di Arcadio e Onorio e un rifacimento per opera di Narsete la trasformarono nel modo in cui la vediamo ora. Questa porta presenta la caratteristica di avere una controporta, così l'insieme rappresenta un castello a sà © stante, difeso da ogni lato. L'accesso rivolto alla città  è a doppio fornice ed è abbellito con una edicoletta medievale.

Le mura di Aureliano, monumento nazionale dopo l'affidamento delle difese della città  a bunker, restarono protagoniste degli avvenimenti bellici che hanno interessato l'Urbe. Così nel settembre del 1943 sulle mura di Porta San Paolo si giocò una delle carte più significative dell'ultima guerra. Mentre le truppe resistevano a temibili nemici, il muro d'Aureliano teneva a battesimo lo spirito antimonarchico, che da qui prenderà  sempre più corpo nella coscienza del paese. La porta è ricordata da Ammiano Marcellino riguardo al transito in essa dell'obelisco di piazza San Giovanni, avvenuto nel 357 d. C. Poi nel 549 vi penetrarono i Goti. Nel 1407 re Ladislao di Napoli che l'anno successivo la fece murare. Nel 1410, dopo un duello, venne ripresa dai romani. La porta è inoltre caratterizzata dalla presenza del più famoso dei sepolcri del periodo di Aureliano, la tomba di Caio Cestio in forma di piramide.