MAUSOLEO DI ADRIANO - CASTEL S. ANGELO
Indirizzo: Via della Lungara
Mentre nell'architettura privata (Villa Adriana a Tivoli) Adriano sviluppò ampiamente le proprie inclinazioni filoelleniche, in quella pubblica si mantenne su una linea ora ispirata al patrimonio classicista, ora più conservatrice nel senso romano, come nel suo mausoleo, per il quale si era ispirato a quello di Augusto.
Egli edificò il proprio (ora divenuto Castel Sant'Angelo) sulla riva destra del tevere, inizialmente contraposta a quello Agrippano nel Campo Marzio, cui fu congiunto mediante la costruzione del Ponte Elio (vedi nella guida ROL).
Esso consisteva in un grande dado di base di 84 m. di lato e e 10 m. di altezza sul quale poggiava il tamburo circolare. Il basamento, rivestito in marmo, aveva lesene agli angoli e fregio a bucrani, dove erano scritti i "tituli" dei membri della famiglia imperiale. Nella parte rivolta al fiume si apriva l'ingresso che dava verso un dromos preceduto da un arco. Il dromos conduceva ad una rampa elicoidale in opera laterizia che terminava in un altro coridoio rettilineo: quest'ultimo immetteva nella cella posta al centro dell'edificio, sul quale ne sorgevano altr due, una voltata a botte e l'altra a cupola. Il tamburo, di 64 m. di diametro e 20 m. di altezza, era in peperino e opus coementicium, con rivestimento di travertino a lesene scanalate; ed era sormontato da un tumulo di terra alberato.
Tutt'intorno si ergevano statue decorative di marmo, mentre sulla sommità del tumulo, sopra la terza cella (l'unica visibile dall'esterno) vi era una statua bronzea che ritraeva l'imperatore alla guida di una quadriga. un muro con cancellata di bronzo ornato di pavoni, costituiva infine il recinto di questo splendido sepolcro.
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L'antico sepolcro di Adriano, prima che come sede papale di residenza e di rifugio, venne ricostruito con lo scopo da servire da ricovero in caso di incursioni di barbari venuti da nord e di saraceni.
La fortezza dei papi sorse così sulle rovine romane del mausoleo dell'imperatore Adriano, di forma circolare cominciò ad assumere una sua fisionomia dalla fine del Trecento. Sopra la mole circolare, spicca la costruzione rinascimentale dell'apparato pontificio; in cima vi è la grande terrazza che ospita la statua dell'angelo di bronzo. Da uno dei bastioni ha inizio il "Passetto", cioè il camminamento sulle mura attraverso il quale i api potevano raggiungere il castello dal Vaticano.
Il Castel Sant'Angelo, è al centro di Roma, un punto di riferimento storico e artistico, in cui si condensano e accentrano secoli di avvenimenti e di continui rifacimenti architettonici.
Oggi il ponte Elio si innesta perpendicolare all'edificio e anticamente, davanti a quello che ora è l'ingresso, partiva una strada ad angolo retto col ponte stesso, ora via della Conciliazione, che dirigeva sull'attuale obelisco Vaticano e fiancheggiava il circo di Nerone, esteso su tutta la parte sinistra della piazza e della basilica di San Pietro.
Nel 1036, Benedetto IX lo ampliò e lo rinforzò, usando grandi blocchi squadrati di travertino e peperino, tipico materiale vulcanico diffuso in tutto il Lazio.
Nel corso del Medioevo, il monumento fu usato quale cava di pietre e di marmi.
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Il grosso delle opere di rafforzamento si deve a Nicolò V (1447-55), che volle i torrioni circolari agli angoli del bastione quadrato, la costruzione di una cortina di mattoni sulla parte circolare del castello (completata da Alessandro VI), due torrioni quadrati ai lati dell'ingresso (poi eliminati), il restauro del ponte e, all'inizio di quest'ultimo, due cappelle verso la città , dedicate a Santa Maria Maddalena e ai Santi Innocenti. Furono costruite in ricordo di 200 persone cadute nel Tevere, mentre sul ponte c'era una gran ressa in occasione del Giubileo del 1450, per il cedimento dei parapetti.
Nel 1492 divenne papa Alessandro VI Borgia ed è con lui che la splendida tomba dell'imperatore romano divenne proprietà dei papi. Incaricò l'architetto Antonio da Sangallo il Vecchio per modificare il castello. Eliminate le torri quadrate all'inizio del ponte, si tracciò una via di comunicazione con San Pietro, la via Alessandrina, ora Borgo Nuovo. All'attacco del ponte, si costruì un torrione circolare tutto rivestito di pietre a bugnato quadro.Il Sangallo costruì anche quattro torrioni angolari ottagonali, inglobando quelli precedenti, finchè Urbano VIII non li fece livellare con parziali demolizioni nel XVII secolo.
Mentre tutt'intorno si scavava un fossato per isolare la fortezza dalla città , all'interno le stanze si andavano abbellendo, decorate per opera di artisti impegnati contemporaneamente in Vaticano.
i successori di papa Alessandro non curarono le fortificazioni ma l'appartamento pontificio. Si può ricordare infatti l'ascensore fatto costruire da Leone X oppure una stanza da bagno, decorata da Giulio Romano, sul genere di quella decorata da Raffaello per il cardinale Bibbiena nei Palazzi Vaticani, ordinata da papa Clemente VII.
Da Paolo III in poi, il castello si identificò sempre di più con la prigione, riservata soprattutto a peronaggi di alto rango.
Nel 1586, Sisto V stabilì di custodirvi il tesoro pontificio.
Nel Seicento, Urbano VIII fece utilizzare lo spazio della piazza d'armi per costruirvi caserme, una fonderia di cannoni, un arsenale, un'armeria.
Pio IX fu l'ultimo papa possessore del castello, prima della presa di Roma e già nel 1860 si era iniziato il parziale smantellamento delle bastionature più esterne. Nel 1906 venne inaugurato il Museo del Genio Militare e nel 1910 si eliminarono le caserme di Urbano VIII.
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