PONTE ROTTO (PONTE EMILIO)
Indirizzo: Lungotevere Ripa
Nel 193 a. C., in seguito alla violenta inondazione del Tevere, si sentì la necessità di costruire un nuovo ponte da affiancare al Sublicio, inadatto al passaggio dei carri. La calamità recò infatti danni gravissimi e rovesciò due ponti: il Sublicio e quello che poi si chiamerà Emilio, ambedue in legno. Le autorità preposte nel 179 a. C. affidarono l'incarico dell'erezione del nuovo ponte ai censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore.
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Si realizzarono il porto e i piloni del ponte sul Tevere ma all'edificazione degli archi ci si arrivò solo più tardi, nell'anno 142, con i consoli Publio Scipione Africano e Lucio Mummio.Ci vollero quindi 37 anni di lavoro per arrivare a questo punto. Il ponte subì un restauro e il completo rifacimento nel 12 a C. portato a termine da Augusto, pontefice massimo.Il 17 agosto inoltre venivano qui celebrate le feste del dio fluviale Portuno. Una Cosmografia del V secolo parlando del Tevere dice che esso passa sotto il ponte di Lepido, che arbitrariamente la plebe chiama ponte di lapidi. Essendo questa la sola volta in cui il ponte viene chiamato Lepido, si ritiene che l'anonimo conoscesse l'epigrafe incisa sugli archi, mentre l'altra denominazione, "ponte di lapidi", fa pensare ad una storpiatura popolare per contrapporre il ponte stesso al Sublicio interamente costruito in legno. Intorno alla metà del secolo VIII il "pons Aemilius" venne detto anche "maggiore" fino al 1144, quando nei Mirabilia assunse il nuovo titolo di ponte dei Senatori, e ciò dimostra, secondo il D'Onofrio, che venne eseguito un restauro prima del 1144, a spese del Comune e per iniziativa dei Senatori. Questo ponte, per la sua posizione, subì violenza dalle acque per ben quattro volte.
Nel Medioevo, al tempo di Giovanni VIII, il ponte Emilio, stando di fronte alla chiesa di Santa Maria Egiziaca, prese il nome di ponte di Santa Maria. Una inondazione del 1230 fece cadere il ponte ed il Papa Gregorio IX lo fece ricostruire. Altri papi (Martino V, Niccolò V, Paolo III) nei vari secoli dovettero provvedere alla ristrutturazione del ponte. L'ultimo Papa affidò i lavori a Michelangelo che però non li portò a termine. Cosi il nuovo pontefice, Giulio III, gli tolse l'incarico e lo affidò all'architetto Giovanni Lippi, che concluse, malamente, i lavori nel 1552. Infatti nel 1557 il ponte non resse allo spaventoso rigonfiamento del Tevere che se lo portò via del tutto. Nel 1573 il papa Gregorio XIII decise di riattivare il ponte, essendo l'anno santo alle porte. Il rifacimento dell'opera fu commissionata all'architetto Mastro Matteo di Castello. I lavori si conclusero nel 1575, come testimonia l'incisione sulla lapide, in cui il ponte viene chiamato Senatorio. Perchà © Senatorio? Secondo il D'Onofrio per "riconoscere un medievale diretto rapporto giurisdizionale tra questo ponte e l'Autorità laica capitolina". Ma la nuova riedificazione rimase in piedi soltanto 23 anni, perchà © il 25 dicembre 1598 Roma subì la più intensa alluvione del Tevere che si ricordi e il ponte Senatorio rimase mutilato della sua metà , acquistando la sua definitiva denominazione di Ponte Rotto. Da allora non fu ripresa in considerazione l'ipotesi di una ricostruzione. Nel 1853 per renderlo transitabile vi si applicò una pensilina di metallo. Nel 1887 fu poi abbattuta tale passerella. Rimane così di tale ponte solo un'arcata, sopravvissuta alla demolizione di due delle tre arcate che erano rimaste in piedi.
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