Fontane

Secondo un'antica tradizione risalente all'epoca Romana, nei punti finali degli acquedotti veniva innalzata una fontana monumentale, detta appunto "mostra" poichà © rappresentava l'esposizione al pubblico delle limpide acque portate da lontane sorgenti per mezzo dell'ingegno dei costruttori ed ideatori delle grandi imprese idraulico-edilizie. Tali mostre venivano definite dai Romani, munera, cioe' dono che lo Stato elargiva alla popolazione; unico esempio di esse ancora presente è rappresentato dai ruderi di ciò che resta del Ninfeo o Mostra dell'Acqua Giulia, nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele, le cui dimensioni imponenti forniscono chiaramente l'idea della grandiosità  della costruzione monumentale.

Delle mostre d'acqua di epoca più recente -dei periodi rinascimentale e barocco- e a cui tanto si deve alle opere del Bernini, di Della Porta e dei fratelli Fontana, Roma è ricca: le monumentali mostre dell'Acqua Paola nelle fontane del Gianicolo in piazza San Pietro in Montorio e di piazza Trilussa, la mostra dell'Acqua Vergine Nuova della fontana del Nicchione, nel muraglione di sostegno del girdino del Pincio (presso Piazza del Popolo), e quella dell'Acqua Vergine nella splendida Fontana di Trevi, quella dell'Acqua Felice nella fontana del Mosè a piazza San Bernardo, dell'Acqua Marcia nella più recente fontana delle Najadi all'Esedra e alla moderna e meno monumentale mostra del recente acquedotto del Peschiera in piazza degli Eroi.