Area sacra di Largo Argentina: le ipotesi

L'area sacra nel periodo mediorepubblicano presenta una serie di elementi architettonici che sembrano assimilarla alla tipologia delle porticus (piazze circondate da portici colonnati tipiche della città  Romana).
Vari studiosi hanno identificato, fin dall'inizio degli anni Trenta, l'area sacra con un monumento noto dalle fonti antiche, la Porticus Minucia (o Minicia). Filippo Coarelli negli anni Sessanta ha sostenuto la stessa tesi.
Le notizie tramandateci dagli scrittori romani attestavano l'esistenza nel Campo Marzio di due grossi complessi chiamati Porticus Minucia la prima Porticus Minucia Vetus, edificata dal console M. Minucio Rufo a ricordo della vittoria ottenuta sugli Scordisci (107 a. C.), la seconda chiamata Porticus Minucia Frumentaria, generalmente attribuita agli imperatori Claudio o Domiziano, a scopo di luogo per distribuzione gratuita di grano per i cittadini romani.
Coarelli ha supposto che l'area sacra, nella sua sistemazione di fine II inizi I secolo a. C. sia da identificare con la Porticus Minucia Vetus, mentre nel grande complesso adiacente sia da riconoscersi la Frumentaria, di epoca imperiale, probabilmente domizianea . Data la sua vicinanza con il preesistente portico di Minucio Rufo, di cui costituirebbe un ampliamento, quest'ultima avrebbe preso il nome di Minucia, tipico della tradizione repubblicana e difficilmente spiegabile in un monumento della piena epoca imperiale. Non sono tuttavia mancate le voci discordanti; in particolare recentemente Fausto Zevi ha richiamato l'attenzione su una serie di notizie delle fonti che indicano uno stretto legame topografico tra la Minucia Frumentaria e il tempio di Ercole Custode, che sappiamo, per altre vie, sorgeva in un'altra parte del Campo Marzio, nella zona dell'attuale via Arenula. Questo, assieme ad altri indizi, renderebbe impossibile identificare il quadriportico che sorge a Est dell'area sacra con la Frumentaria. In esso andrebbe invece riconosciuta la Vetus, nella ricostruzione domizianea seguita all'incendio dell'80 d. C. Dopo vari studi si è giunti alla conclusione che i quattro templi di Largo Argentina cosi come quello di Via delle Botteghe Oscure vanno identificati tra quelli indicati dalle fonti antiche come situati in Campo Martio. Confrontando le fonti letterarie e tenendo presente le fasi costruttive e le tipologie architettoniche dei templi dell'area è stata accettata dalla maggior parte degli studiosi l'identificazione del tempio rotondo (B) con quello della Fortuna huiusce diei, fondato da Q. Lutazio Catulo dopo la battaglia di Vercelli del 101 a. C., che pose fine alla guerra contro i Cimbri.

Il tempio aveva forma circolare ed era ornato con statue provenienti dalla Grecia forse uno dei più ricchi della città .
La costruzione è del periodo immediatamente successivo alla prima sopraelevazione dell'area con la posa in opera del pavimento di tufo (fine II secolo a. C.), la pianta del tempio è circolare ed è dedicato ad una divinità  femminile come dimostra l'acrolito rinvenuto;
inoltre presenta due basamenti rettangolari ai lati delle scalinate, probabilmente i piedistalli per i gruppi di statue che lo decoravano. Per il tempio C l'identificazione proposta dal Castagnoli e in gran parte accettata dagli archeologi è quella di Feronia, divinità  rurale italica; il suo culto originario della Sabina sarebbe stato introdotto a Roma dopo la conquista di questo territorio ad opera di M. Curio Dentato nel 290 a.C.
La dedica ad una divinità  agricola verrebbe confermata anche dal ritrovamento di una antefissa, ora perduta, a testa femminile coronata di fiori e di frutta, coperta da una pelle di capra. Più controversa l'identificazione della divinità  alla quale era dedicato il tempio D. Gli studiosi che riconoscono nell'area sacra la Porticus Minucia Vetus lo identificano con il tempio dei Lari Permarini Altri studiosi attribuiscono questa denominazione invece al tempio di via delle Botteghe Oscure identificando quindi come Porticus Minucia Vetus, e non come Frumentaria, il grande porticato che sorge ad Est dell'area sacra. Questo tempio fu votato dal pretore M. Emilio Regillo nel corso di una battaglia navale contro la flotta di Antioco III nel 190 a.C. e dedicato dal censore M. Emilio Lepido nel 179 a.C. Recentemente Fausto Zevi ha proposto per il tempio D una identificazione con il tempio delle Ninfe che sorgeva nella Villa Publica e nel quale erano conservate le liste per la distribuzione del frumentum publicum in età  tardorepubblicana. Per il tempio A sono state avanzate due identificazioni: quella di Iuno Curritis (con questo epiteto Giunone era venerata a Falerii, città  dell'Etruria meridionale) costruito probabilmente in seguito alla vittoria su Falerii nel 241, e quello di Giuturna. Identificazione quest'ultima proposta dal Coarelli sulla base di un passo di Ovidio, infatti l'unico tempio di età  repubblicana che ben si adatta al testo di Ovidio è il tempio A di Largo Argentina, fondato da un Lutazio Catulo, sicuramente il console del 242 a. C. dopo il trionfo sui Cartaginesi.
Lo stesso studioso ipotizza anche che l'edificio eretto a partire dall'età  repubblicana negli spazi tra i templi sia la Statio aquarum, la sede dell'amministrazione delle acque di Roma.
In epoca costantiniana la Statio aquarum è localizzabile con certezza nei pressi del Lacus Iuturnae del Foro Romano, ma è stato ipotizzato che vi sia stata trasferita solo in epoca tardoantica. L'unico santuario di Giuturna a noi noto oltre quello del Foro Romano è il tempio nel Campo Marzio presso cui dovevano quindi essere gli uffici dell'amministrazione delle acque prima del trasferimento in età  costantiniana nel Foro Romano. Il tempio A viene notevolmente ampliato e trasformato in un'epoca (terzo quarto del I secolo a.C.) che coinciderebbe cronologicamente con la ristrutturazione del servizio delle acque dovuta ad Agrippa insieme alla costruzione delle terme nel Campo Marzio e dell'acquedotto Vergine. Nell'età  di Settimio Severo l'edificio fra i templi venne completamente restaurato e proprio in quest'epoca ebbe luogo una nuova ristrutturazione dei servizi delle acque e delle frumentationes; tali servizi da allora vennero unificati, come risulta dalla carica amministrativa curator aquarum et Minuciae, cioè preposto all'ufficio delle acque ed a quello delle distribuzioni gratuite di grano, le frumentationes elargite nella contigua Porticus Minucia Frumentaria.