Area sacra di Largo Argentina: itinerario di visita
L'accesso all'area avviene da Via San Nicola de' Cesarini. Procedendo ci si trova sul piazzale antistante ai templi (1), pavimentato con lastre di travertino. Il resto dell'area non mostra tracce di pavimentazione. Sul livello del piazzale restano tracce di strutture in opera vittata (2) relative ad un'occupazione tardoantica. Un pozzo (3) è l'unico resto rimasto visibile risalente alle fasi di occupazione medievale della zona. Più in basso è stato lasciato visibile un tratto di muro in opera incerta di epoca repubblicana (4). A destra, appena scesa la scala, è visibile una grande struttura in opera vittata (5).
Al momento della scoperta si vide che la sala era divisa da una fila di quattro pilastri rettangolari, mentre su tutte e quattro le pareti correva un bancone in muratura. Sia i pilastri che il bancone vennero demoliti per consentire lo scavo in profondità . Addossato al muro della sala, davanti al tempio A, è stato collocato un grande frammento di architrave della piena epoca imperiale. Immediatamente a Nord della sala è visibile il portico che delimita l'area (6). Le colonne poggiano su un muretto in laterizio, visibile per tutta la sua lunghezza a fianco del tempio A. Sotto questo muretto si distingue una fila di blocchi di travertino (6a), che costituisce la fondazione del portico relativo alla fase repubblicana. Il muro di fondo del portico (6b), mostra anch'esso tracce di ulteriori interventi e restauri.
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Si può poi salire sul tempio A (8). Il podio e le colonne in tufo stuccato risalgono all'ultima ricostruzione repubblicana del tempio (circa metà I secolo a.C.), mentre il rivestimento in laterizio del podio (visibile per un tratto sul lato settentrionale) (8a), le due colonne in travertino (le prime due dello stesso lato) (8b) e i muri della cella del tempio in mattoni (8c) sono da attribuire al restauro del I secolo d.C.
L'ultima colonna della peristasi meridionale (8d) ha in cima un rocchio in travertino, mentre alcune colonne della peristasi settentrionale conservano le nuove modanature di base, in laterizio.
Colonne e basi erano evidentemente stuccate e dipinte, nascondendo così le differenze di materiale, Sul fondo il tempio mostra evidenti tracce della trasformazione in chiesa. La fondazione dell'abside risale alla fase carolingia (IX secolo). L'alzato in laterizio dell'abside (8e), con gli affreschi, l'altare (8f) ed il resto del pavimento cosmatesco (8g) sono invece relativi alla ricostruzione della chiesa nel 1132. Gli affreschi dell'abside, raffigurano una teoria di santi. L'absidiola visibile tra le peristasi meridionale e l'abside della chiesa (8h) risale ad una ulteriore fase di restauro, databile probabilmente al XIV secolo, così come gli affreschi sul pilastro tra le due navate della chiesa. Tra il tempio A e il tempio B si conservano due ambienti relativi all'edificio che, in età imperiale, si installò tra i templi finendo per inglobarli (9). Tornati sul piazzale, si può salire sul tempio rotondo (tempio b), il più recente dei quattro templi dell'area sacra, edificato, tra la fine del II e i primi anni del I secolo a.C. (10). Alla fase originaria sono da attribuire il podio in lastre di tufo dell'Aniene (10a), la scalinata fiancheggiata da guance in tufo (10b), le colonne, anch'esse in tufo, con basi e capitelli di travertino. Oltrepassando con una passerella lo scavo fatto per l'isolamento del tempio C, ci si trova sul pavimento a lastre di tufo (11).
Su di esso c'è l'altare in conglomerato (11a) che sostituì l'ara di Postumio Albino, coperta dalla pavimentazione di tufo. Salendo poi sul pavimento a lastre di travertino corrispondente alla fase di ristrutturazione domizianea si possono ammirare i resti del tempio C (12), il primo dei quattro templi dell'area sacra, costruito, tra la fine del IV secolo e gli inizi del III a.C. Alla fase originaria sono da attribuire il podio in tufo di Monteverde (12a) e i setti di tufo di Grotta Oscura (12b) che sorreggevano la scalinata. La grande piattaforma antistante il tempio cui si accedeva tramite quattro scalini (12c) appartengono ad una fase successiva. Salendo la scalinata, si può vedere uno dei due vani in cui era diviso il podio all'interno (12f): il muro (12g) indica il limite tra la cella ed il pronao. Tornati sul pavimento di travertino si può raggiungere il tempio D (13), nella zona tra il tempio C e il tempio B si conserva una struttura in opera laterizia (14). Si tratta di una vasca connessa con la serie di ambienti che occupano lo spazio fra i due templi . Ad ovest di questa vasca sono visibili i resti del podio della grande esedra rettangolare appartenente al vicino portico pompeiano (15). Di dimensioni eccezionali fu costruito dietro la scena del teatro di Pompeo e occupava la zona compresa da un lato tra via dei Chiavari e via di Torre Argentina, dall'altro tra via del Sudario e via di Sant'Anna. L'esedra ornata della statua di Pompeo veniva utilizzata come curia per le riunioni del Senato; fu qui che il 15 marzo del 44 a.C. venne ucciso Giulio Cesare. Dietro il tempio B resta un gruppo di ambienti (16), databili al periodo di Caligola. Tornati all'ingresso si possono visitare i sotterranei del tempio A accedendo alla piattaforma antistante il tempio sulla quale sono i resti di un'ara di peperino, probabilmente simile a quella del tempio. Proseguendo, è visibile il lato meridionale del podio relativo alla seconda fase del tempio A connesso alla pavimentazione di tufo. Si entra poi all'interno del podio originariamente diviso in due vani corrispondenti alla cella e al pronao del tempio; il muro a blocchi che si vede a destra corrisponde al limite fra il pronao e la scalinata del tempio. Proseguendo, si può visitare la cripta della chiesa di San Nicola de' Calcario e risalire infine al piano di calpestio attuale del tempio A.