Parco di monte mario
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Nome: Parco di Monte Mario
Zona: Trionfale-Camilluccia, dominante la valle del Tevere e la zona dei grandi impianti sportivi del Foro Italico
Superficie: 150 ettari
Ingressi: da Viale del Parco Mellini, Viale del Parco della Vittoria, Via della Camilluccia Via De Amicis (ingresso Riserva Integrale), Via dei Casali di Santo Spirito, Cimitero dei Francesi, Via dei Colli della Farnesina, Belvedere dello Zodiaco
Datazione: l'area è parco dal 1989
Note: è attivo un servizio di visite guidate per la Riserva Integrale. Per informazioni: Legambiente - Settore Conservazione Natura, tel. 06/4870718-4870824
Collegamenti bus: 90, 90b, 907, 913, 991, 999
Altri servizi: sono presenti percorsi botanici con tabelle segnaletiche e sentieri attrezzati
Chiamato Monte probabilmente per la sua posizione sovrastante Roma, si tratta in realtà di un colle che non supera i 140 metri di altezza. Da sempre conosciuto come contenitore di grandi tesori fossili, Monte Mario custodisce tracce sin dall'epoca preistorica e quindi segni di insediamenti umani fino all'epoca romana, dove svolse ruolo di avamposto commerciale. Lasciato a luogo di colture nel medioevo (soprattutto vigne ed orti) il comprensorio vede a partire dal Rinascimento (con Villa Madama) moltiplicarsi interventi edilizi di rilievo, fino alla post-unitaria Villa Mazzanti.
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Vera e propria cerniera tra due zone urbane, quella del Tevere e quella dei colli a Nord Ovest, trovatosi circondato da una fitta maglia edificata di quartieri, il comprensorio di Monte Mario ha subito un durissimo impatto ambientale: discariche, rottamai, costruzioni abusive e i frequentissimi incendi hanno messo in pericolo un patrimonio per la città intera che non e' solo storico-artistico ma anche soprattutto faunistico, floristico e paesaggistico.
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Con la legge regionale 17 luglio 1989, n.46, ed il relativo contributo della Regione Lazio, e' iniziata una seria politica di recupero tutt'ora in corso. Molteplici gli interventi: dal reintegro della popolazione vegetale (messa a dimora di nuove essenze e cura delle esistenti), alla realizzazione di zone di verde attrezzato nei luoghi di accesso al parco, con funzione di "zone filtro" rispetto al tessuto urbano adiacente e di servizio per i quartieri. Costruzione e/o rimessa in sesto di percorsi pedonali per collegare le varie aree-filtro (il principale va da Nord a Sud, dal Parco Mellini al Don Orione) con punti di sosta panoramici e messa in opera di percorsi specializzati per l'osservazione naturalistica. Realizzazione di una riserva integrale nella zona sottostante il complesso dell'Istituto Don Orione, destinata al ripopolamento e visitabile solo con guide. Messa in opera di una rete antincendio che attraversa il parco per circa 10 Km. e di cui sono visibili gli 85 idranti fissi.
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La ristrutturazione del complesso di Villa Mazzanti (espropriata insieme ai suoi edifici dal Comune nel 1967) ha consentito la ricongiunzione di quest'area a quella del Parco, che si è così trovato ad acquisire un naturale centro architettonico, il cui ruolo di valorizzazione culturale e scientifica dell'intero complesso è stato decisamente fissato con l'inizio della gestione dei servizi di tutela da parte di Legambiente.