Consigli ecologici
Lo sapevate che circa il 40% delle vendite delle batterie viene effettuata durante il periodo natalizio?
Le batterie che usiamo comunemente per la radio, la macchina fotografica o i giocattoli sono dannose per l'ambiente perchà © contengono metalli pesanti nocivi:
quando vengono gettate nell'immondizia giungono nelle discariche dove corrodono liberando mercurio e cadmio.
Ogni cittadino italiano consuma mediamente 300 grammi di pile all'anno. In questi 300 grammi è contenuto almeno un grammo di mercurio, in grado di inquinare
1000 metri cubi di acqua e 200 quintali di alimenti. L'Italia e la Spagna sono i maggiori produttori di mercurio del mondo: attualmente la produzione di questo
metallo si attesta ad oltre 15 mila tonnellate, anche se numerosi impianti industriali riutilizzano il metallo usato. Esistono tecniche di estrazione dei metalli dalle batterie scariche che ne consentono il riutilizzo.
Le pile normali, e soprattutto quelle alcaline, sono responsabili di oltre il 50% dell'inquinamento da mercurio. Un'esposizione prolungata a questo metallo può causare avvelenamento e gravi disturbi sul comportamento umano.
Tutti possono contribuire a limitare questo tipo di inquinamento utilizzando, ad esempio, batterie ricaricabili. Sebbene contengano cadmio, durano molto più a
lungo rispetto a quelle alcaline contribuendo così a ridurre la quantità dei rifiuti nocivi. E' importante, inoltre, utilizzare sempre gli appositi contenitori
per la raccolta delle batterie alcaline scariche che in questo modo possono essere ricaricate o smaltite senza creare danni all'ambiente. Se nella zona in cui
risiedi non esistono contenitori per le batterie scrivi al Sindaco del tuo Comune per sensibilizzarlo al problema.
Ogni anno in Italia si producono 9 miliardi di buste di plastica che creano gravi danni all'ambiente. Spesso finiscono in mare provocando la morte della fauna marina che li ingoia o vi rimane intrappolata.
Le buste di plastica sono spesso più economiche di quelle di carta, ma non sono biodegradabili: anche quelle su cui troviamo la scritta "biodegradabili" in realtà non si decompongono completamente, ma si riducono semplicemente a frammenti più piccoli.
La plastica, inoltre è un derivato del petrolio, risorsa non rinnovabile.
L'inchiostro utilizzato sui sacchetti in plastica per scritte e decorazioni contiene cadmio, un metallo pesante e tossico che si disperde nell'aria quando i sacchetti vengono inceneriti.
I sacchetti in carta sono riutilizzabili e biodegradabili, ma non sono economici in termini ecologici se sono fatti di carta vergine mai reciclata.
Per ottenere la quantità di carta necessaria per produrre 700 sacchetti occorre abbattere un albero di 15 - 20 anni. Se ogni consumatore italiano
utilizzasse anche una sola busta in meno, potremmo risparmiare milioni di buste all'anno. Provate a pensarci bene prima di utilizzare una busta e
soprattutto eliminate gli sprechi evitando di buttare nella spazzatura buste reciclabili per usi successivi. Inoltre, con la raccolta differenziata nel nostro
Paese si recuperano circa 100 mila tonnellate di carta all'anno, salvando molti alberi, ma molti di più se ne potrebbero salvare se tutti i cittadini facessero
la raccolta differenziata della carta. Può essere utile, inoltre, sostituire i sacchetti in plastica o carta con borse in tela, sicuramente robuste e riutilizzabili all'infinito.