Bernini scultore del profondo

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Il Bernini e le meraviglie della Galleria Borghese

Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli nel 1598, ma si trasferisce ancora fanciullo a Roma, per vivere nello studio del padre Pietro, scultore fiorentino dal quale apprenderà la propria tecnica e un gusto compositivo del tutto personale.
Il padre non smetteva mai di mostrare al piccolo Gian Lorenzo le opere degli scultori e dei pittori fiorentini, le statue e le architetture greche e romane, contribuendo a determinare la natura di un genio artistico senza precedenti.
Il talento fuori dal comune del Bernini non venne immediatamente compreso dai suoi contemporanei. La sua scultura appariva troppo singolare a chiunque rivolgesse lo sguardo solo ed esclusivamente al passato.
Così come il gotico venne giudicato uno stile "barbaro", straniero, lontano dalle forme della classicità romana, allo stesso modo, il "barocco" del Bernini non venne apprezzato appieno. Il gusto di Gian Lorenzo, il suo stile, erano troppo nuovi e troppo cariche di elementi espressivi erano le sue opere per poter essere comprese immediatamente.
Si narra che passasse intere giornate a misurare, studiare e ritrarre quanto di eccellente dal punto di vista artistico fosse contenuto nelle stanze del Vaticano. L'universo di capolavori racchiuso in quelle sale sarà per il Bernini una fonte d'ispirazione senza paragoni, ma in tutta la sua vita, mai ritrarrà quelle forme in modo stanco e ripetitivo.
Una delle caratteristiche peculiari dell'opera del Bernini sarà infatti la grande profondità psicologica dei suoi personaggi, la capacità di cogliere ed imprimere su marmo sfumature di significati in grado di far parlare, urlare, gioire, soffrire le sue opere.
Ciò che perseguì il Bernini non fu uno schietto realismo o una copia il più possibile conforme al reale, bensì ricercò la massima penetrazione psicologica dei suoi personaggi, realizzando sculture in grado di instaurare con lo spettatore un livello di comunicazione mai raggiunto prima.

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