Il curriculum perfetto
Cosa va e cosa non va in un curriculum vitae
Il curriculum vitae è uno schema abbastanza rigido e codificato all'interno del quale far fluire le informazioni che ci riguardano e che sono di massimo interesse per il profilo lavorativo in questione.
Il CV perfetto non deve essere né troppo lungo né troppo breve, né troppo sintetico, né troppo prolisso, né troppo originale, né troppo anonimo.
Proviamo ad isolare alcune linee guida:
LA QUANTITÀ
Il CV deve contenere la quantità esatta di informazioni, non una parola di più, non una parola di meno.
Un primo metodo per effettuare una selezione dei contenuti può essere quello di scrivere tutto ciò che riteniamo necessario o che ci viene in mente, salvo poi tagliare tutto ciò che non è strettamente indispensabile.
Il delicato equilibrio da perseguire è quello che si raggiunge soppesando adeguatamente tutto ciò che potremmo inserire e ciò che è davvero utile inserire.
Per ogni singolo profilo professionale esistono competenze specifiche e competenze trasversali, ovvero quelle abilità non strettamente richieste, ma che possono rivelarsi di una qualche utilità, rivelando che la nostra candidatura possiede qualcosa in più delle altre.
Ma non bisogna eccedere in questa direzione.
Mentre le competenze specifiche vanno menzionate tutte, sempre e comunque (ovviamente, aggiungo), per le competenze trasversali è necessario fare una cernita, scindendo ciò che è superfluo da ciò che non lo è.
LA QUALITÀ
Il CV perfetto deve essere redatto nel migliore dei modi. Nulla può essere lasciato al caso.
L'aspetto di un curriculum vitae è di fondamentale importanza.
Sono assolutamente da evitare impaginazioni eccessivamente fantasiose, ridondanti o frivole, caratteri astrusi, colori improbabili, foto (a meno che non siano esplicitamente richieste).
Anche in questo caso si tratta di trovare il giusto equilibrio. La semplicità e l'eleganza di una presentazione classica e professionale non deve in ogni caso sfociare nella banalità e nella mancanza di personalità.
E' necessario dosare sapientemente quegli elementi che meglio di altri catturano l'attenzione senza dare troppo nell'occhio. Non c'è niente di peggio di un curriculum eccessivamente eccentrico. Se non finisce direttamente nel cestino, potrebbe finire per essere esposto alla pubblica gogna su di una bacheca, trafitto dalle puntine. A questo punto, meglio il cestino.
Ecco alcune indicazioni utili:
• Impaginazione: deve essere gradevole alla vista e consentire una lettura scorrevole, in modo tale da far si che nella pagina non vi siano una accozzaglia di righe e caratteri, ma neanche tre righe su ogni foglio. In base alla lunghezza totale del curriculum scegliete la miglior disposizione del testo tenendo presente questo aspetto.
• Carattere: evitate caratteri inconsueti, scelti al solo scopo di essere originali. Scegliete quello che più vi piace ma entro la ristretta rosa dei caratteri "ufficiali". Anche il carattere concorre nel conferire al testo una maggiore o minore leggibilità e non tutti sono equivalenti. Il risultato deve essere quello di un documento uniforme e il più possibile armonioso, senza troppi ghirigori o abbellimenti vari.
Il curriculum nel suo complesso deve comunicare professionalità, serietà e competenza. A meno che non vi presentiate per un posto come direttore artistico della Biennale di Venezia, un carattere eccessivamente naif sarà senza dubbio controproducente.
• Dimensione: non usate due parole se potete esprimere lo stesso concetto con una. Il principio da seguire è che dovrete concentrarvi nel racchiudere la maggiore quantità di informazioni nel minor spazio possibile, senza però appesantire eccessivamente il foglio. Se avete scritto cinque pagine fitte e vi accorgete che non riuscite ad eliminare nulla di superfluo, o non sono stato sufficientemente chiaro, oppure non avete bisogno di un curriculum.
La lunghezza massima è di tre pagine, ma due è certamente l'ideale. Non un foglio striminzito, ma neanche un abbozzo di romanzo.
• Forma: la forma è un elemento determinante per catturare l'attenzione, a mio giudizio di gran lunga il più importante. A parità di informazioni, ciò che colpisce è l'esposizione.
E' l'elemento più importante, ma anche il più difficile da gestire. Alcuni sono dotati di uno stile proprio, altri no, e spesso, se non se ne possiede uno, è difficile inventarsi soluzioni alternative. In questo caso sarà meglio non sforzarsi di ottenere un risultato che non si è raggiunto in anni di studi. Recuperare il tempo perso in un pomeriggio non è sempre possibile.
Anche nel caso in cui si disponga di una buona e sciolta scrittura, mai eccedere in virtuosismi linguistici o lessicali, abbandonarsi a termini antichi e desueti al solo scopo di stupire. Spesso (anche se non sempre) chi legge è in grado di distinguere se chi scrive possiede realmente una certa dimestichezza linguistica da chi artificialmente ha infarcito il testo di termini complicati e frasi barocche.
In sintesi, poiché non ci si può improvvisare scrittori (ma fortunatamente non è richiesto), ognuno segua le proprie inclinazioni, tenendo presenti le seguenti indicazioni:
• Non eccedete nei formalismi: un linguaggio troppo ufficiale e ingessato, stile referto delle forze dell'ordine, raramente produce una buona impressione;
• Non eccedete nello stile colloquiale: anche un linguaggio eccessivamente amichevole e colloquiale nuoce alla causa.
• Evitate ogni tipo di errore: il testo non deve presentare alcun errore grammaticale, ortografico, di battitura o di sintassi. Rileggetelo più volte se necessario, non vi fidate mai troppo di voi stessi. Se lo ritenete opportuno fatelo leggere a qualcuno di cui vi fidate. Evitate di inserire termini di cui non conoscete l'esatto significato. Documentatevi su ogni dubbio o su ogni possibile imprecisione e per qualsiasi incertezza.
• Siate precisi e concreti: evitate perifrasi, metafore e qualsiasi giro di parole che dia l'impressione di dover riempire a tutti i costi la pagina. Meglio poche righe scritte bene che molte righe scritte solo per colmare l'orrore della pagina bianca.
Per ogni punto del curriculum, andate subito al sodo e non perdetevi in chiacchiere inutili. Usate le parole necessarie per esprimere il concetto in modo preciso e puntuale, ma non esagerate. Ricordate sempre che un selezionatore legge centinaia di curriculum alla volta e spesso serve solo una scusa per sfoltire il lavoro.